Nonostante i recenti episodi di fake followers e frodi, quello dell’influencer marketing è ancora un trend in crescita. La cosa riguarda anche il mondo dell’ecommerce. Chi acquista online spesso si fa influenzare dai personaggi più popolari sui social media, più per l’acquisto di prodotti che di servizi. Ecco alcuni dati.
Una survey di Febbraio 2018 dell’agenzia americana Activate afferma che l’88.9% degli influencer utilizza molto di più Instagram per le proprie campagne rispetto all’anno scorso. Ma la crescita continua di Instagram non toglie terreno a Facebook, che resta ancora la piattaforma principale attraverso cui si viene a conoscenza di nuovi prodotti, servizi o eventi.
La Generazione Z, però, ha un comportamento differente rispetto alle altre fasce di età. Instagram è il social più popolare tra gli utenti che hanno tra i 13 e i 17 anni, mentre Facebook è in testa nella fascia 18-24.
Le categorie più influenzate
Le recensioni di illustri sconosciuti influenzano di più chi acquista abbigliamento, elettronica o prodotti di bellezza. Per eventi, viaggi e servizi, invece, il tasso di persuasione è minore: fino al 39% degli intervistati dichiara di non aver mai comprato nulla sulla base delle opinioni di un influencer.
Un dato interessante: il 40% dei consumatori ammette di non essere in grado di riconoscere un post sponsorizzato da uno normale. Musica per le orecchie dei brand, che pare riescano a integrare perfettamente i post a pagamento nel flusso della comunicazione.
Ma chi sono gli influencer?
Anche la definizione è variabile. Secondo un report di Aprile 2018 di CPC Strategy, solo il 19.2% identifica gli influencer con le celebrità che promuovono prodotti o servizi. Circa il 35% definisce un influencer come qualcuno che ha molti follower sui social, mentre per il 32.8% l’influencer è chiunque promuova un prodotto sui canali social.
Questo ci riporta al recente proliferare dei microinfluencer (che possiamo definire come influencer con un numero di follower che va dai 1.000 ai 10.000), che vengono percepiti come più autentici e affidabili. Senza contare che, da un punto di vista di marketing, i microinfluencer hanno un rapporto qualità-prezzo migliore: le tariffe sono più basse e, spesso, lavorano in cambio di prodotti gratuiti.
Forse all’inizo poteva sembrare una moda passeggera, ma è evidente che il fenomeno dell’influencer marketing ha radici più profonde. Si tratta, in fondo, di un modo diverso di affrontare gli acquisti. Mentre prima ci si affidava al consiglio di parenti e amici, oggi i punti di riferimento si sono spostati in rete, e, a volte, l’opinione di un influencer vale più di quella di un consanguineo.