Intervista a Silvia Bardani, Founder e CEO di Viume

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Durante il web summit di Lisbona 2019 abbiamo conosciuto Viume, successivamente abbiamo approfondito il prodotto con questa intervsita a Silvia Bardani che è Founder e CEO della start-up basata a Barcellona.

 

Qual è il tuo percorso e come sei arrivata al mondo dell’ecommerce?

Vengo da un piccolo paese umbro e sin da piccola quando mi domandavo cosa avrei fatto da grande non mi immaginavo lì, ma come architetto a Firenze. Ho da sempre amato l’arte e la pittura, passioni che tuttora fanno parte della mia vita, ma che non si sono rivelate essere la mia professione. Dopo aver studiato comunicazione e marketing tra Perugia, Parigi e Milano ho iniziato a lavorare in team di digital e CRM per imprese di moda, ecommerce e automotive. Tuttavia, ad un certo punto, mi sono semplicemente resa conto che la carriera in grandi corporate dove entri come junior per diventare Head o Chief non era quello che mi rendeva felice. Mi ha permesso di imparare tanto anche a livello di dinamiche interne e se tornassi indietro non cambierei nulla, anzi, però sapevo che stavo solo procrastinando la decisione di fare qualcosa che era allineato con la mia volontà di intraprendere. Quindi sono volata a Barcelona e ho passato un periodo nel quale mi sono analizzata prima di tutto dentro, ho esplorato varie possibilità e mi sono posta tante domande le cui risposte mi hanno reso sicura e certa di voler iniziare Viume.

Che cosa fate con Viume AI?

In Viume cerchiamo ogni giorno di rendere l’esperienza di ricerca ed acquisto online semplice ed individualizzato per ogni user, senza passare per molteplici touchpoint o una navigazione standard e asettica. Grazie all’AI e al computer vision eliminiamo l’effetto warehouse che purtroppo caratterizza gli ecommerce e aiutiamo gli ecommerce manager a migliorare di molto il conversion e ridurre il flusso di operazioni manuali di merchandising online che ruba tempo ad attività più strategiche. 

Quali sono le feature killer del vostro prodotto?

Il SaaS di Viume ha tre feature principali che sono il visual search con l’autotagging, il sales predicition e il recommender basato sulle caratteristiche personali degli utenti ed altri esterni come comportamento di consumo nelle altre piattaforme media e social. Abbiamo più di un milione di immagini e i nostri algoritmi sono allenati anche a partire dal feedback degli stylist e merchandiser delle imprese con le quali lavoriamo. Dall’altro alto, ci piace anche essere riconosciuti come una tech company fortemente europea, con un team internazionale (Pakistan, India, Iran, Armenia, Italia, Francia, Spagna) che ha una visione globale a livello commerciale e tecnologico. 

Come fate ricerca e sviluppo per nuove funzionalità e implementazioni?

Facciamo ogni settimana un meeting appositamente organizzato per rivedere cosa abbiamo sviluppato la settimana precedente in base alle micro tasks stabilite che fanno parte della nostra visione di sviluppo a sette mesi. Grazie al nostro CTO, Marcos, che è anche professore di tech management oltre che engineer, utilizziamo il metodo Scrum e partire della versione 2.0 di Viume utilizzeremo totalmente Agile. Ci appoggiamo anche a piattaforme di project management come JIRA e tutto quello che sviluppiamo è basato su casi reali di clienti per i quali lavoriamo.

Quale pensi sia la forza della vostra proposta di valore? Perchè scegliere voi?

Penso che sia la nostra execution il fattore determinante che ci rende differenti, cioè come lavoriamo gli algoritmi e come li alleniamo grazie ai nostri dataset di proprietà, costruiti su misura per adattare ogni soluzione a casi specifici. Anche a livello commerciale, adottiamo un metodo molto analitico che si base su chiari conversion rate dal prospect database allo step del commit.

Come è la Spagna come mercato per soluzioni B2B come la tua?

A livello di sviluppo del SaaS di Viume, Barcelona ci permette accedere ad un pool di talento qualitativamente elevato e ad una comunità internazionale di expact che hanno vissuto in realtà professionali diverse e dai quali si può imparare tanto. Diciamo che comunque Barcelona rappresenta la nostra base, l’headquarter di un prodotto che vuole crescere a livello internazionale grazie anche al fatto che l’AI e soprattutto il computer vision permettono snellire la gestione degli account e se ben eseguiti sono altamente scalabili anche a livello geografico.

Quali sono i tuoi mercati di riferimento?

I nostri mercati di riferimento sono in questa fase iniziale la Spagna, l’Italia e la Francia anche se abbiamo alcuni clienti in UK. Nel 2020 vogliamo iniziare proof of concept in US grazie anche al fatto che uno dei nostri advisor conosce molto bene il mercato e ha forti relazioni professionali lì. Abbiamo partecipato a maggio 2019 al China Start Program della Cheung Kong Business School di Alibaba e per noi è stata una grande opportunità per iniziare a scoprire un mercato totalmente differente ed entrare in contatto con Tencent per i mini program retail di WeChat.

Come vedi il futuro di Viume AI? Che ambizioni avete?

Vedo Viume come un prodotto globale e trasversale che possa risolvere problemi di conversion ed engagement anche in altre vertical, non solo nel fashion. Credo che Viume sia un prodotto in continua evoluzione, un essere vivente che si arricchisce di nuove competenze e skills senza mai perdere la sua visione di cambiare come ricerchiamo e compriamo online. Sarebbe bello espanderci nell’IoT e più nell’esperenziale nei prossimi anni.

Come vedi il futuro dell’ecommerce?

Grazie all’AI gli ecommerce potranno avere una conversazione 1-to-1 con ogni singolo utente. Saranno esperienze senza barriere tra offline e online, dove realtà e virtuale eliminano il rumore che c’è oggi durante il processo di acquisto e si integrano tra di loro senza poterli distinguere. Sarà sicuramente un processo più fluido anche a livello di gestione della supply chain e delle operations.

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Nicola Bertolihttps://ecommercemag.it
Consulente di digital transformation. Appassionato di viaggi, tecnologia, sperimento costantemente nuovi metodi di progettazione esperienziale. Mi piace il nuoto, la mountain bike e la black music, in particolare il funky che stimola i valori più profondi della fratellanza.
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